Arturo Toscanini, dalla storia di un genio alla nascita di una grande orchestra
(Francesca Montagna)
1867, nascita di un mito
Il 25 marzo 1867 Arturo Toscanini nasce a Parma nella casa di borgo San Giacomo, ora borgo Tanzi. I suoi genitori Claudio Toscanini e Paolina Montani sono sarti, hanno spirito garibaldino e risorgimentale, cantano e amano la musica. Arturo studia violoncello, pianoforte e composizione alla regia Scuola di Musica, l’attuale Conservatorio di Parma. E già da semplice allievo emerge sugli altri.1896, direttore quasi per caso
Nel 1896 viene scritturato dall’impresario Claudio Rossi per entrare a far parte come violoncellista e secondo maestro di coro in una compagnia operistica. E via!, in giro a far musica. Durante la tournée in Sudamerica a Rio, nell’Aida di Verdi, Toscanini, incitato da alcuni colleghi strumentisti, prende la bacchetta (il direttore aveva abbandonato l’orchestra!), chiude lo spartito e incomincia a dirigere l’opera a memoria: un trionfo! Ed inizia così la carriera di direttore a soli 19 anni.Al suo rientro in Italia è chiamato al Teatro Regio di Torino ed anche al Teatro La Scala di Milano e comincia a dirigere nei maggiori teatri italiani le opere del grande repertorio.
1901, la regia è nella musica
Era tipico del suo carattere voler fare una cosa sola nella vita e volerla fare perfettamente. Nel periodo di lavoro alla Scala (il ‘suo’ Teatro) riforma il modo di rappresentare e di assistere dell’opera: chiede illuminazione e posizionamento in buca per orchestra, luci basse in sala, elimina i bis, vieta ingresso in sala per i ritardatari, cerca unità d’intenti tra cantanti, orchestra, coro, messa in scena, ambientazione e costumi. Il pubblico viene educato a considerare il teatro non come una fonte di svago, ma come un ente dotato di una funzione morale ed estetica che penetra nella vita della società e nella vita di una cultura.